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Il ritorno alla vita di Zheng Xianshu

Il progetto Aifo propone un modo diverso per includere le persone con problemi di salute mentale in Cina

00a1cac4-fed6-4268-810e-97f51cdeae49.png“Nel luglio del 2013 ho attraversato un momento difficile sul posto di lavoro e qualcosa si è rotto dentro di me. Mi sentivo male e non avevo voglia di fare niente. Rimanevo sempre a casa e addirittura avevo smesso di parlare. Il mio cervello si era ottenebrato”. Chi parla è Zheng Xianshu, un’infermiera che oggi ha 39 anni e che aveva avuto una vita normale fino a quel momento. Abitava nel nord della Cina nella grande città di Ha’rbin assieme ai genitori, ma poi qualcosa non ha più funzionato.

La famiglia rimane prima sconcertata per quello che sta accadendo alla figlia ma poi comincia ad aiutarla. In Cina le persone con problemi di salute mentale ancora sono vittime di pregiudizi da parte della popolazione e gli stessi operatori sanitari (medici e infermieri) a volte non hanno le competenze adatte per trattarli come persone con dei precisi diritti. Di solito quando uno si ammala il luogo dove viene curato è il grande ospedale psichiatrico, ma qualcosa sta cambiando in Cina, grazie ad un progetto di Aifo che assieme alle autorità locali e altre ong, sta organizzando dei servizi territoriali di tipo diverso.
“Su consiglio dei medici presi parte al progetto di Aifo nel luglio del 2014 e così conobbi questo modo di trattare le persone con problemi di salute mentale proposto dai medici italiani. Partecipai con esperti a un corso di formazione non solo sul tema della salute mentale ma anche a gruppi di mutuo aiuto e di riabilitazione. Volevo sapere di più su questo nuovo modo, per noi, di trattare la salute mentale e a poco poco mi feci l’idea che si potesse fare anche qui a Ha’rbin”.
Questa prima esperienza le permette di dare un nuovo corso alla sua vita. Comincia a partecipare ai gruppi e diventa una volontaria, comincia ad uscire di casa e a riacquistare fiducia in sé.

Il viaggio in Italia

Una seconda esperienza le segna la vita positivamente, ed è l’occasione di partecipare ad un viaggio di conoscenza a Trieste, nel luogo simbolo da cui ho preso il via la rivoluzione basagliana, ovvero un nuovo modo trattare le persone con problemi di salute mentale.
“Il viaggio in Italia per me è stato importantissimo. Vedere come viene trattata la malattia mentale in Italia mi ha dato una scossa. Incontrare là delle persone con i miei stessi problemi è stato per me prezioso; nonostante le barriere linguistiche ho potuto essere compresa attraverso lo sguardo degli occhi da un’altra paziente. Durante il nostro colloquio ho visto scenderle le lacrime, perché ci siamo capite, abbiamo capito il nostro comune dolore ma questo ci ha dato anche più forza”.
Oggi Zheng lavora come volontaria in un ristorante vegetariano buddista, una specie di mensa della carità, e nonostante la paura di ricadere nella malattia ho molte speranze e desideri: “Quando ero giovane desideravo imparare a suonare lo Guzheng, uno strumento musicale tradizionale cinese, ecco adesso è venuto il momento di impararlo. Vorrei aprire anche, grazie a dei piccoli finanziamenti dell’Unione Europea, un negozio di libri o un piccolo negozio qualsiasi dove poter far lavorare anche altre persone che hanno avuto problemi di salute mentale: mi piacerebbe che con i soldi guadagnati potessero venire in Italia e vedere le cose che ho visto io”.

Ridare diritti alle persone con problemi di salute mentale

“Rafforzare il ruolo e le capacità della società civile nei percorsi d’inclusione sociale delle persone con condizioni di salute mentale”” è questo il titolo del progetto triennale Aifo cofinanziato dalla Commissione Europea e che andrà avanti fino al febbraio del 2017.
Questi gli obiettivi più importanti che vogliono raggiungere:

  • Apertura di servizi di salute mentale di comunità in quattro distretti della Cina (centri ambulatoriali di salute mentale e unità residenziali aperte).
  • Creazione di cooperative/gruppi di auto aiuto di pazienti e famigliari per promuovere piccole attività produttrici di reddito (primo passo verso l’inserimento nel mondo del lavoro dei pazienti).
  • Attivazione di Associazioni locali di pazienti e famigliari per rendere visibili i loro bisogni e in difesa dei loro diritti.

 

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Muri in Europa, tratta e vignette antirazziste nel nuovo numero di “Amici di Follereau”

Numero particolarmente ricco quello di aprileScreenshot 2016-04-04 06.26.17 per la rivista “Amici di Follereau”.  La monografia è dedicata al problema dei “muri” che si stanno costruendo in Europa (Ungheria, Bulgaria, Macedonia e Spagna) per fermare il flusso dei profughi, ma questi tentativi mettono in crisi anche l’identità europea. In un altro articolo, nella sezione in primo piano, si affronta il tema da una prospettiva più ampia, quella che vede in nome dell’emergenza, la messa in discussione delle nostre libertà personali.

L’appello di Aifo del mese è invece dedicato alla storia di Zheng, una donna cinese con problemi di salute mentale che grazie al lavoro d’inclusione sociale portato avanti dall’ong italiana è riuscita a ricominciare una nuova vita.
La storia di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore ucciso nel 2011 viene raccontata direttamente dal fratello nello spazio dedicato alla cultura.

La drammatica emigrazione verso l’Europa di tante persone spinte dalla guerra e dalle violenze viene letta da un altro punto di vista, quello dell’aumento del fenomeno della tratta delle donne nigeriane che una volta arrivate in Italia vengono avviate, giovanissime, nel mercato della prostituzione.
Infine la vignetta satirica con la sua immediatezza può essere uno strumento efficace per parlare di razzismo e migrazioni? Intervista a Mauro Biani, vignettista de “il Manifesto”.

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Li Youlu: vediamo dove mi portano queste scale

Verso la GML 2015
Sono caduto malamente quando avevo 10 anni, ma cosa c’entra questo? Io ero un bambino e non potevo saperlo. Ma che poi crescendo le mie braccia sono diventate sempre più sottili, cosa c’entra con una caduta? Eppure con i miei genitori siamo stati in tanti ospedali, mi hanno visto molti dottori, ma nessuno capiva che cosa avevo. Solo alla fine mi hanno mandato a Longtantian per curarmi la lebbra, anche se è stato solo nel 2005, dopo moltissimi anni, che ho avuto la conferma che ero ammalato.
Oramai ero avanti con la malattia e persi prima il piede sinistro e poi quello destro. Non volevo andare su una carrozzina ma che alternative avevo se volevo muovermi?
Sono riuscito a scendere da quella carrozzina solo quando ho avuto le mie protesi per le gambe, ma non sono durate molto. Le mie gambe cambiavano, anche loro diventavano più sottili e dopo un po’ la protesi era o troppo pesante o non rimaneva attaccata bene. Io salivo e scendevo dalla carrozzina.
Con quelli di Handa (*) le cose sono andate diversamente. Si vede che loro di protesi se ne intendevano e ne ho trovata una giusta per me. Si, sono proprio felice di questa cosa e li ringrazio. Adesso posso muovermi e non potete immaginare come possa rendere felice una persona il poter andare dove vuole. Voglio andare a Kunming, la capitale della mia provincia, voglio salire tutte le scale che incontro.

(*) Handa è un’associazione cinese che si occupa di riabilitazione su base comunitaria in particolare nello Yunnan, una provincia situata nella parte sud  ovest della Cina. La loro attività  in collaborazione con Aifo, si svolge in villaggi remoti dove vivono solo i lebbrosi e i loro famigliari.

Song Zhengyuan: il saluto di mio cugino

Tang Yuchun: con delle buone scarpe vai dove vuoi

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Tang Yuchun: con delle buone scarpe vai dove vuoi

Verso la GML 2015

1024px-1_dali_old_town_yunnan_2012E’ passato tanto tempo che i ricordi non sono più precisi … sono nato nel 1937.
Quando a 18 anni mi comparvero le prime macchie, i dottori mi curarono con la medicina tradizionale cinese ma le cose peggiorarono rapidamente. Solo in una grande città mi curarono e dopo tre anni sono tornato a vivere come gli altri.

Il tempo però non cancella quello che mi è successo dopo. A casa non mi volevano più e allora andai lontano, in un altro villaggio, dove mi sposai. Fui sposato per 7 anni, fino a quando una persona non riconobbe nel mio corpo i segni lasciati dalla lebbra … Anche da lì dovetti andarmene.
Per un po’ fui un vagabondo e alla fine tornai al mio villaggio di origine a fare il contadino. Me la cavavo e anche i rapporti miglioravano; purtoppo i miei piedi erano delicati, si ferivano sempre.
Quando quelli di Handa (*) mi proposero di curarli con delle creme, di tenerli puliti con dei semplici mezzi e di proteggerli con delle comode scarpe, rimasi stupito e molto dubbioso.
Invece con pochi soldi e con un po’ di attenzione il mio problema adesso lo tengo a bada e posso continuare a coltivare il mio campo. A volte cammino … passeggio fuori dal villaggio e conosco nuova gente.

(*) Handa è un’associazione cinese che si occupa di riabilitazione su base comunitaria in particolare nello Yunnan, una provincia situata nella parte sud  ovest della Cina. La loro attività  in collaborazione con Aifo, si svolge in villaggi remoti dove vivono solo i lebbrosi e i loro famigliari. La storia è stata raccolta da Yuan Shubing

Song Zhengyuan: il saluto di mio cugino

Li Youlu: vediamo dove mi portano queste scale

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Song Zhengyuan: il saluto di mio cugino

Verso la GML 2015
FogVillageYunnan_20121228Volevo dirti qualcosa ma non so come dirtelo …ecco posso dirti grazie … se tu e Handa (*) non foste venuti ad aiutarmi,  mio cugino non sarebbe mai venuto a visitarmi, né avrebbe cenato con la mia famiglia questa sera.
Prima non mi salutava nemmeno, un po’ lo capisco, doveva avere vergogna di un parente malato di lebbra.
Ma tu e gli altri siete venuti e avete fatto vedere alla gente che non ci sono pericoli a stare vicino a noi. Mi avete dato anche delle protesi e così potevo di nuovo camminare, nonostante io le gambe non le abbia più. Qualcuno deve averglielo detto, oppure l’ha visto lui direttamente quello che mi stava capitando con voi.
Mio cugino nonostante fosse un medico importante, non sapeva molto della mia malattia. Ma poi è venuto… si è seduto di fianco a me e si è come scusato. La volta dopo è ritornato con dei giornalisti della televisione perché voleva far vedere al maggior numero di persone come viviamo e quali sono i nostri bisogni.
Allora ecco perché ti ringrazio, perché senza di te mio cugino ancora mi eviterebbe e nemmeno mi darebbe un cenno di saluto.

(*) Handa è un’associazione cinese che si occupa di riabilitazione su base comunitaria in particolare nello Yunnan, una provincia situata nella parte sud  ovest della Cina. La loro attività  in collaborazione con Aifo, si svolge in villaggi remoti dove vivono solo i lebbrosi e i loro famigliari. La storia è stata raccolta da Zeng Tingmei

Tang Yuchun: con delle buone scarpe vai dove vuoi

Li Youlu: vediamo dove mi portano queste scale

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Le persone disabili a Gaza e sulle orme di Follereau nell’ultimo numero della rivista di Aifo

Senza titolo-1Pochi lo sanno ma è stato proprio in Costa D’Avorio che Raoul Follereau ha incontrato ed ha iniziato la sua battaglia contro la lebbra. Il dossier di questo numero è dedicato a questo paese oggi alle prese con una difficile riconciliazione, tra povertà e nuove emergenze.
Nella sezione della rivista “In primo piano” la condizione delle persone con disabilità che hanno vissuto il periodo di guerra all’interno di Gaza; alcuni sono morti ma soprattutto sono state cancellate strutture e servizi e rese invalide molte altre persone.
Si parla anche di Sardegna, non come paradiso del turista ma come paradiso per le basi militari che hanno causato un disastro ambientale e sanitario di cui ancora non se ne vede la fine.
Infine vengono presentai due progetti di cooperazione uno in Mongolia dove si racconta la storia di Otgontsagaan,  una persona disabile che è diventata un’imprenditrice di successo grazie alla riabilitazione su base comunitaria. L’altro progetto invece riguarda la Cina; qui Li Fukang racconta invece la sua difficile esperienza di figlio con un padre ex-ammalato di lebbra, condizione questa che ancora in alcune regioni periferiche della Cina significa esclusione sociale anche per i parenti.