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Brasile: i laboratori di comunità per eliminare la lebbra

Testimonianza di Lorrainy Solano/Sono un’infermiera e lavoro nell’assistenza diretta da 19 anni; ho una lunga esperienza di lavoro e la lebbra è una delle malattie principali di cui mi occupo. Ma sono anche un’educatrice popolare e questo per me significa che lavorare nella salute è un lavoro politico: questa consapevolezza è dovuta al mio essere donna, femminista e anche di etnia indigena.

Il progetto promosso da BRASA “Lebbra in rete di interfacce: salute, istruzione e società” mi permette di essere pienamente sia infermiera che educatrice popolare in quanto rimette in discussione i ruoli professionali e la cura della persona. E’ stata anche un’occasione per ripensare il processo di trattamento della lebbra a partire da quello che non ha funzionato, sugli insuccessi e dare sostenibilità all’innovazione che si propone.

Anche se da tempo abbiamo un concetto più ampio di salute e facciamo un lavoro di equipe, il focus del nostro lavoro rimane quello biomedico, dei professionisti della salute. Abbiamo allora cercato di cambiare metodo. Grazie ai suggerimenti del professore Ricardo Burg Ceccim esperto di salute pubblica, abbiamo creato dei laboratori di comunità. I laboratori di comunità sono di due tipi, uno che comprende le persone della comunità e un secondo gruppo fatto da professionisti a loro volta divisi in due gruppi, uno che è composto da medici che fanno attività di ambulatorio e poi un gruppo che fa lavoro in rete, di interfaccia appunto. Non è facile lavorare in rete per molti professionisti, certi medici si sentono minacciati nel loro ruolo, alcuni l’accettano altri no, ma noi lavoriamo con tutti. La cosa interessante è che ciò che stiamo facendo oggi per la lebbra è un metodo che può essere attuato anche in molti altri campi.

La zona in cui operiamo è il comune di Mossorò che con i suoi 300 mila abitanti è la seconda città dello stato di Rio Grande do Norte. In questa area vi sono solo 70 equipe di salute della famiglia (in Italia corrispondono al medico di famiglia) e per la lebbra solo uno. A domicilio vengono effettuati solo il trattamento medico e la distribuzione delle medicine, così una persona malata di lebbra che ha bisogno di una visita da un terapista della riabilitazione o da uno psicologo, deve uscire di casa e andare in centro città. Il problema è che molti malati si vergognano di uscire di casa per via dei pregiudizi che la gente ha verso di loro. Lo scopo del nostro progetto va incontro a queste difficoltà, da una parte vuole decentralizzare i servizi socio-sanitari e dall’altra cerca anche di eliminare gli atteggiamenti di rifiuto da parte della popolazione.

In generale, cioè al di là di questo progetto, i laboratori di comunità sono luoghi di educazione popolare fatta con le persone e non per le persone dato che gli individui non devono vivere passivamente la loro salute. I laboratori di comunità sono momenti di riflessione sulle esigenze formative più importanti, vengono coinvolti tutti, sia medici che pazienti e questa esperienza ha avuto un effetto anche su di me, dato che mi sono accorta che non avevo una visione integrale e completa della persona.

Articolo pubblicato sulla rivista 2gether maggio 2021