Armi italiane: solo un grande affare?

OPAL_INFOGRAFICA_Export_Armi_IT_25anni_Pagina_06L’Italia è uno dei maggiori esportatori di armi nel mondo e i paesi che le comprano hanno regimi autoritari e politiche estere aggressive.

L’Italia è il nono esportatore di armi nel mondo, vende un po’ di tutto, dagli armamenti pesanti come elicotteri, navi, carri armati a sofisticati sistemi radar, ma in una cosa è prima, è il maggior esportatore di armi leggere (pistole, fucili). Ne ha vendute dal 2000 al 2013 per un importo di 5,9 miliardi di euro a più di 123 paesi. E’ un normale affare commerciale, potrebbe obiettare qualcuno – anche se le armi comunque si fanno per ammazzare le persone – il problema è che, nonostante la legge 185 del 1990 che regola le esportazioni delle armi in Italia, fra i paesi cui vendiamo, ve ne sono alcuni che hanno regimi autoritari e aggressivi verso l’esterno come è il caso dell’Arabia Saudita.

Dove e quanto vendiamo

Secondo i dati forniti da Giorgio Beretta dell'”Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa”, dal 1990 al 2015 le autorizzazioni concesse dal Governo italiano all’esportazione di sistemi d’arma si suddividono percentualmente così nelle seguenti zone geopolitiche: Unione Europea (35,9% del totale), Medio Oriente – Nord Africa (23,2%) e Asia (15,4%). Chi compra più da noi sono gli Stati Uniti e l’Inghilterra.
Questi dati, se aggregati in modo diverso, però ci dicono molto altro; se prendiamo in considerazione solo il periodo che va dal 2010 al 2014 le autorizzazioni per l’esportazione verso l’Unione Europea diminuiscono al 24,5% mentre aumentano quelle verso il Medio oriente e il Nord Africa che salgono al 35,5%. Similmente aumentano le autorizzazioni di vendita d’armi verso l’Asia (16,2%) e l’America latina (5,2%). Sempre in questo quinquennio bisogna sottolineare il ruolo di primo piano come importatori dell’Algeria (1,4 miliardi di euro), seguita a ruota dall’Arabia Saudita (1,2 miliardi di euro), dagli USA e dagli Emirati Arabi Uniti.

A 25 anni dalla legge 185

Prendendo spunto dalla relazione presentata dalla “Rete Italiana per il Disarmo” , in occasione del venticinquesimo anniversario di approvazione della legge 185, si viene a sapere che le autorizzazioni del Ministero della Difesa per la vendita di armi sono state pari a 54 miliardi di euro, anche se poi l’effettiva vendita è ammontata “solo” a 36 miliardi. Il problema poi è a chi sono state vendute queste armi: “Secondo la legge e secondo il buonsenso, l’export militare dovrebbe essere in linea con la politica estera del nostro Paese, ma negli ultimi anni la direzione è stata principalmente quella degli affari”, afferma Francesco Vignarca coordinatore della Rete. Infatti più della metà delle esportazioni sono state indirizzate a paesi al di fuori delle principali alleanze politico-militari di Roma e cioè i paesi non appartenenti all’Unione europea o alla Nato.
“La legge 185 prevedeva soprattutto il divieto di esportare armi in zone di conflitto e in Paesi dove non fossero rispettati i diritti umani – spiega Eugenio Melandri Direttore di Solidarietà internazionale – La storia di questi 25 anni ci racconta invece che, purtroppo, in tanti casi si sono trovate scorciatoie per poterla eludere”. Del resto, come denuncia la “Rete per il disarmo”, le Relazioni annuali del Governo sono diventate sempre meno trasparenti.

2 risposte a "Armi italiane: solo un grande affare?"

  1. Ringrazio davvero per questo articolo molto esauriente, che dimostra, fra l’altro, che la vendita di arimi non sia un grande affare neppure per coloro che misurano tutto in termini di PIL. Se dal 2000 al 2013 sono state vendute armi per un importo di 5,9 miliardi di euro a più di 123 paesi e che in 25 anni l’effettiva vendita ammonta a 36 miliardi, è dimostrato che la vendita di armi non costituisce un grosso affare economico, ma, di contro, rappresenta un grosso danno per la reputazione del Paese. Oltre naturalmente al danno arrecato alle popolazioni di quei 123 Paesi che hanno acquistato in prevalenza armi leggere. A questo proposito, vorrei ricordare una bella campagna di Amnesty International che risale, se non erro, agli anni ’90: “Piccole ARMI, grandi DANNI”.

  2. Cosa passa per la testa a un trafficante d’armi: “Ci sono più di 550 milioni di armi da fuoco in circolazione nel mondo. Significa che c’è un’arma da fuoco ogni 12 persone sul pianeta. La domanda è: come armiamo le altre 11?” Nicolas Cage, Lord of war, regia di Andrew Niccol – 2005.

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